SCHNEIDER CA-1

FRANCIA (1916)

 

DESCRIZIONE

Lo Schneider si presentava come un cassone alto e prolungato verso l’ avanti, montato su di un treno cingolato composto su ogni lato da due carrelli (quello anteriore a tre rulli e quello posteriore a quattro), corona motrice posteriore, ruota di rinvio anteriore e cinque rulli reggicingolo. L’ armamento consisteva in un cannone corto da 75 mm a prua e in due mitragliatrici Hotchkiss da 8 mm installate in postazioni laterali con scudo emisferico. L’ accesso avveniva attraverso un’ apertura a doppio battente posteriore molto comoda e due portelli superiori: Il capocarro generalmente un ufficiale fungeva anche da pilota; era sistemato nella pane anteriore destra e disponeva di tre feritoie di osservazione e di un proprio portello, posteriormente si trovavano gli altri sei uomini dell’ equipaggio, puntatori e serventi delle armi di bordo. La prua prolungata in avanti rispetto ai cingoli e a forma di sperone era dotata di una barra per lo sfondamento dei reticolati; sul retro era invece presente una struttura che doveva facilitare il passaggio delle trincee. Il motore, un 4 cilindri a benzina prodotto dalla stessa Schneider era posto anteriormente, mentre il gruppo trasmissione/sterzatura si trovava sul retro; il serbatoio del carburante era interno alla camera di combattimento, in posizione pericolosa. La pressione specifica sul terreno era buona, ma lo scafo molto più lungo del treno di rotolamento peggiorava la capacità di superamento degli ostacoli.

 

TATTICHE DI IMPIEGO

Inizialmente il CA-1 era stato concepito per il traino di artiglierie e di slitte cariche di fanti attraverso le linee nemiche, ma la scarsa potenza del motore consigliò il solo impiego come carro d’ assalto. Le azioni dovevano essere svolte da grandi formazioni che si muovevano contemporaneamente verso il fronte, attaccando in più punti per evitare che l’ intervento delle riserve nemiche potesse raggiungere tutti i settori in pericolo. Francesi e inglesi misero in comune le proprie conoscenze ed esperienze, peraltro limitate considerata la recente nascita della specialità carrista, e decisero di coordinare le azioni in funzione dei diversi tipi di carri a disposizione. Quando il movimento non era più possibile a causa di danni o per l’ impossibilità di superare gli ostacoli naturali o creati dal nemico, i corazzati avrebbero fornito fuoco di appoggio alle spalle delle fanterie.

 

UTILIZZO IN COMBATTIMENTO

Dopo alcune esercitazioni svolte su terreni di prova, il 17 aprile 1917 nella zona dello Chemin des Dames avvenne il debutto in azione di gran parte dei 200 Schneider prodotti all’ epoca. Subito alcuni carri andarono in avaria o si bloccarono nel fango, altri vennero colpiti dalle artiglierie tedesche; inoltre la fanteria francese non era addestrata a combattere insieme ai nuovi mezzi e non li seguì da vicino durante le fasi di attacco, lasciandoli alla mercé del nemico. Al termine della battaglia ben 76 Schneider erano andati persi e 180 carristi erano morti o feriti, Ma l’ insuccesso dell’ azione non fermò lo sviluppo dell’ arma corazzata e sempre più carri francesi (oltre agli Schneider i più pesanti Saint Chamond e dal 1918 i leggeri Renault FT-17) arrivarono di rinforzo. Ci furono varie occasioni in cui gli Schneider vennero impiegati, dimostrandosi fragili nelle componenti meccaniche e nei cingoli; la preparazione dei carri all’ azione era lunga e complessa e la mancanza di molti pezzi di ricambio allungava i tempi necessari per le riparazioni: le pareti verticali si erano dimostrate molto vulnerabili e vennero rinforzate con piastre spaziate spesse 5,5 mm, uno dei primi esempi di aggiornamento della protezione dei carri armati. Inoltre i serbatoi di benzina vennero spostati esteriormente sul retro e furono adottate altre migliorie, anche per l’ espulsione dei gas di scarico dimostratisi pericolosi per l’ equipaggio. Dopo queste modifiche il peso del mezzo salì a 14 tonnellate, facendo peggiorare le già modeste prestazioni: gli ultimi Schneider uscirono dalla fabbrica nell’ agosto 1918 i carri d’ assalto avevano di poco superato i 300 esemplari mentre un centinaio furono i mezzi derivati.

 

LO SCHNEIDER NEGLI ESERCITI STRANIERI

Nel corso della prima guerra mondiale l’ Italia non riuscì a produrre alcun carro armato e chiese alla Francia l’ invio di alcuni esemplari in vista della loro adozione o produzione su licenza: tra gli altri, nel 1917 arrivò uno Schneider che venne a lungo provato ma l’ordinazione di 20 esemplari non ebbe seguito. Alcuni mezzi andarono all’ esercito statunitense che li impiegò come rifornitori, i tedeschi catturano vari Schneider intatti ma non li utilizzarono in combattimento. Un altro paese che ricevette lo Schneider fu la Spagna che nel 1922 acquistò sei esemplari impiegati a lungo dall’ esercito nonostante l’ obsolescenza del materiale.

 

SCHNEIDER SCHEDA TECNICA

Dimensioni Lunghezza 6.32m
Larghezza  2.05m
Altezza       2.30m
Peso Totale 13 tons
Equipaggio 7
Propulsione Schneider a 4 cilindri a benzina, 9700 cc, 60 cv a 1200 giri/minuto
Velocità su strada 8 Km/h
Autonomia 80 Km
Armamento Cannone rigato da 75/9,5 mm in casamatta, 2 mitragliatrici hotchkiss da 8 mm in casamatta
Corazza Anteriore   11,5mm
Laterale     8 mm
Cielo          5,5 mm
Retro         8 mm
Produzione totale 400

 


 

Uno dei primi carri armati Schneider CA-1 impegnati sul fronte, aprile 1917 a Berry-Au-Bac, durante le disastrose offensive di Nivelle. La livrea delle olive non era standard, ma era la vernice standard della fabbrica. Quando arrivarono le prime unità, furono messe in combattimento in fretta e apparvero in questa livrea.


 

Un Schneider CA-1 della fine del 1917, mimetizzata con un insolito disegno di sabbia, sopracciglia scure, verde kaki e blu pallido su una base grigio-blu scuro. Questa versione ha preso parte alle offensive del luglio 1918 lanciate da Ferdinand Foch.


 

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