PANZER VI AUSF.B

GERMANIA (1944)

 

DESCRIZIONE TECNICA

Il Panzer IV Ausf B utilizzava alcune componenti del Tiger e del Panther, modificate per renderle adatte a un carro di peso molto superiore. Il treno di rotolamento comprendeva, su ciascun lato, la ruota motrice anteriore, nove rulli portanti sfalsati (metallici, ma con una parte gommata interna per ridurre rumore e vibrazioni ) e la ruota di rinvio posteriore. Le sospensioni si avvalevano di barre di torsione, la trasmissione era posta all’ estrema prua e in caso di necessità di sostituzione per un guasto, costringeva a lunghe operazioni di smontaggio; il motore, il sistema di raffreddamento e i serbatoi erano posti nel retro dello scafo. Nonostante il notevole peso, quasi 70 tonnellate in ordine di combattimento, le prestazioni e la mobilità erano buone, in alcune situazioni addirittura superiori a quelle di carri molto più leggeri. I veri problemi derivavano dalla scarsa robustezza di alcune parti meccaniche, chiaramente troppo fragili e sottodimensionate per un mezzo di tale peso, e dagli alti consumi. Nella parte anteriore dello scafo trovavano posto il pilota, a sinistra, e il radio operatore, mitragliere; il primo disponeva di un periscopio rotante, il secondo di un iposcopio e di un telescopio per la mitragliatrice. Le torrette erano ideate dalla Krupp, che ne curava anche la fabbricazione: inizialmente vennero installate 47 torrette di primo tipo, erroneamente conosciute come “tipo Porsche”, accantonate per il mai realizzato carro pesante VK 45.02, alle quali seguirono quelle definitive, denominate dalla letteratura del dopoguerra come “tipo Henschel”, con corazzatura più spessa, maggiore volume interno e meno costose da produrre. Ambedue le torrette erano ben profilate e di forma allungata; la parte posteriore serviva come contrappeso e per stivare i proiettili di pronto impiego da 88 mm. Il capocarro sedeva a sinistra, al di sotto di una cupola dotata di sette iposcopi per l’ osservazione su 360°; davanti al capocarro era posto il puntatore, che utilizzava un’ ottica di puntamento a elevata precisione. Il servente si trovava a destra della culatta del cannone e disponeva di un iposcopio anteriore e di un portello superiore. L’ armamento principale era veramente potente: un cannone 8,8 cm L71 KwK43, in grado di sparare proiettili ad alto esplosivo, perforanti-esplosivi, perforanti con anima al tungsteno, fumogeni e a carica cava. La velocità iniziale del proiettile di 1130 m/s, con capacità di perforare corazze spesse 241 mm a un chilometro di distanza. I colpi trasportabili a bordo erano 80 con il primo modello di torretta e 86 con l’ altro, anche se spesso l’ equipaggio caricava proiettili aggiuntivi, che venivano utilizzati per primi in modo da lasciare libero appena possibile il vano di combattimento; per sostituire il cannone o caricare il munizionamento veniva usato un portello sul retro della torretta.

 

L’ IMPIEGO

Il Tiger II vennero consegnati a battaglioni pesanti autonomi dell’ esercito e delle Waffen-SS, in precedenza equipaggiati con Tiger I. Ognuno di questi schwere Panzer-Abteilung (battaglione corazzato pesante) possedeva teoricamente 43 carri più due carri comando, dotati di apparecchiature radio aggiuntive. I reparti erano a disposizione dei corpi d’ armata per difendere aree importanti o per costituire la punta di lancia dei contrattacchi; in ogni caso tali unità dovevano operare con i fianchi coperti dalla fanteria o da altri mezzi corazzati. Dopo gli esemplari destinati ai test e all’ addestramento, le consegne riguardarono il battaglione Fkl 316 (che li impiegava insieme ai cingolati da demolizione B-IV) e il battaglione corazzato pesante 503, che per primi utilizzarono i Tiger Ausf B in combattimento nel giugno 1944, contro le truppe alleate sbarcate in Normandia. In seguito discrete quantità del carro parteciparono alle battaglie in Ungheria, all’ offensiva nelle Ardenne e alla difesa della Germania, sia a est sia a ovest. l bombardamenti aerei e la carenza di materie prime limitarono la produzione a 489 esemplari, gli ultimi dei quali usciti dalla Henschel alla fine del marzo 1945, un numero veramente esiguo rispetto alle contemporanee produzioni di mezzi corazzati in Unione Sovietica e negli Stati Uniti. La propaganda tedesca diede molta importanza al Tiger Ausf B, presto conosciuto in patria come Konigstiger (“tigre reale”) e nei paesi anglosassoni come King Tiger o Royal Tiger; l’ elevato peso e la scarsa affidabilità di alcune parti meccaniche costituirono i principali limiti del carro. La maggior parte dei Tìger II andò perduta a causa di guasti o dovette essere abbandonata per mancanza di carburante. Nondimeno, resta il fatto che, sino al termine della guerra, non esistette alcun mezzo corazzato che potesse resistere al tiro del cannone da 88/71 del Konigstiger, neanche da lunga distanza.

 

PANZER VI AUSF. B SCHEDA TECNICA

Dimensioni Lunghezza 7.38 m
Larghezza  3.75 m
Altezza       3.09 m
Peso Totale 70 tons
Equipaggio 5
Propulsione Maybach HL 230 P30, raffreddato a liquido, 12 cilindri a V, 4 tempi, alimentato a benzina, sviluppante 650 CV. 
Velocità  38 Km/h  
Autonomia in strada (Fuoristrada)   140 Km    (90 KM)
Armamento Cannone rigato da 88/71 mm KWK 43
Mitragliatrice coassiale al cannone MG 34 da 7,92 mm
Mitragliatrice sullo scafo anteriore MG 34 da 7,92 mm
Mitragliatrice sulla torretta MG 34 da 7,92 mm
Corazza Anteriore     150 mm
Laterale      80 mm
Retro          80 mm
Produzione 492

 


 

Carro armato Tiger II con la prima torretta Krupp con il frontale ricurvo, in Normandia, luglio 1944.


 

Carro armato Königstiger, pittura invernale, Schwere Panzer Abteilung 503, Ungheria, inverno 1944-1945.


 

Carro armato Tiger II del s.Pz.Abt.501, Germania, Berlino, maggio 1945.


 

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