MATILDA II

 

GRAN BRETAGNA (1937)

 

DESCRIZIONE

Il carro possedeva una sagoma inconfondibile, caratterizzata dall’ aspetto imponente: il treno di rotolamento era composto, su ogni lato, da una ruota motrice posteriore, una di rinvio anteriore, tre pattini superiori (al posto dei rulli reggicingolo normalmente utilizzati) e cinque carrelli con due piccoli rulli ciascuno. Il treno di rotolamento risultava ben protetto da una corazzatura laterale, dotata di aperture per ridurre l’ accumulo di terra e pietre e di pannelli per la manutenzione. Lo scafo era composto da parti fuse di grandi dimensioni, collegate le une alle altre con bulloni; lo spessore della corazzatura era notevole per l’ epoca e raggiungeva i 78 mm frontalmente. Anche la torretta era fusa e notevolmente protetta; di piccole dimensioni, ospitava con difficoltà il capocarro e il puntatore sulla sinistra e il servente-marconista sulla destra. Il quarto uomo di equipaggio, il pilota, sedeva al centro nella parte frontale dello scafo e per l’ accesso disponeva di un portello che scorreva all’ indietro. L’ armamento era concentrato nella torretta, con un cannone da 2 libbre (40 mm), una mitragliatrice coassiale Vickers da 7,7 mm, due tubi lanciafumogeni sul lato destro e ma non sempre, un Bren calibro .303 (7,7 mm) per la difesa contraerea sul cielo della torretta; il brandeggio era veloce e preciso e rimase in uso anche su altri carri armati britannici, per le comunicazioni radio era disponibile un apparecchio Type 11 o Type 19. L’ equipaggio utilizzava iposcopi fissi e periscopi rotanti per la visione dell’ esterno; il retro del carro era occupato da due motori diesel, ciascuno dei quali raffreddato da una ventola e un radiatore e dai serbatoi del carburante; in caso di emergenza il carro poteva muoversi con un solo motore in funzione. Essendo un mezzo destinate all’ appoggio ravvicinato delle truppe di fanteria, la velocità operativa sul campo era molto bassa. L’ armamento principale non era però l’ideale per il supporto di fuoco e alcuni carri, denominati Mk III e IV Close Support, furono armati con un obice da 3 pollici. A causa della torretta troppo piccola e dell’ anello di torretta dello scafo di diametro ridotto, non fu possibile installare un armamento più potente, quale il cannone da 6 libbre (57 mm) adottato nel 1942. Contrariamente ad altri carri armati, il MatiIda II ebbe poche modifiche nel corso della produzione: la variante IIa aveva una mitragliatrice coassiale Besa da 7,92 mm al posto della Vickers da 7,7 e una ventola di aerazione sul cielo di torretta; i Mk III e IV differivano tra loro per particolari di poco conto e il Mk V ebbe una trasmissione migliorata. Gli esemplari destinati all’ Unione Sovietica ricevettero alcuni accorgimenti per facilitare l’ avviamento e l’ utilizzo dei motori con temperature rigide.

 

L’ IMPIEGO IN COMBATTIMENTO

I concetti alla base delle tattiche inglesi erano stati elaborati nel corso degli anni trenta, ma la scelta di un cannone di piccolo calibro e senza proiettili esplosivi (il pezzo da 2 libbre era stato concepito esclusivamente per l’ impiego anticarro) e la separazione, anche nell’ addestramento degli equipaggi, tra i reparti dotati di Cruiser e Infantry Tank, produsse effetti nefasti al momento dell’ impiego in combattimento. All’ inizio della guerra l’ esercito britannico aumentò il numero di formazioni corazzate e costituì la British Expeditionary Force, trasferita nel nord della Francia in attesa dell’ attacco tedesco. Questo avvenne a sorpresa nel maggio 1940 e i francesi furono travolti molto presto e costretti a ripiegare: gli inglesi mossero i propri carri, tra i quali i Matilda I e II, per cercare di arrestare l’ avanzata nemica; i combattimenti durarono pochi giorni e le truppe dovettero ritirarsi per evitare di essere accerchiate, abbandonando ingenti quantità di materiali. Dopo che l’ inutilità dei Matilda l era stata ampiamente dimostrata, i pochi esemplari sopravvissuti in Inghilterra vennero riservati all’ addestramento, mentre fu incrementata la produzione dei Matilda II, non esenti dai difetti, ma almeno quasi invulnerabili al tiro nemico. I Matilda II avevano anzi dimostrato le propie qualità anche nell’ infausta (per gli anglo-francesi) campagna di Francia, riuscendo perfino in un’ occasione a mettere temporaneamente in crisi i reparti corazzati tedeschi, costretti a far intervenire le batterie da 88 mm per fermare i grossi carri britannici. Nonostante il concreto rischio di un’ invasione tedesca della Gran Bretagna, gli inglesi inviarono alcuni reparti corazzati in Africa settentrionale per la difesa dell’ Egitto e del canale di Suez. I Matilda II erano pochi e ogni giorno una parte consistente era fuori uso a causa di guasti, ma in mano agli esperti carristi diventarono presto i “re del deserto”, come qualcuno li soprannominò nelle prime fasi della guerra sul fronte africano. Tra la fine del 1940 e gli inizi del 1941 anche se presenti in limitato numero, i Matilda II furono tra i maggiori responsabili delle disastrose sconfitte delle forze italiane in Libia. In seguito i Matilda II furono progressivamente ritirati dal servizio di prima linea, sostituiti da mezzi migliori, soprattutto sotto il profilo dell’ affidabilità, della mobilità e della potenza di fuoco, quali i carri medi americani Grant e Sherman. I Matilda II furono impiegati in limitate quantità in Eritrea a Creta e a Malta; aItri utilizzatori furono l’ esercito sovietico e quello australiano; mentre i primi non mostrarono di apprezzare il lento Matilda Il, facile a bloccarsi nella neve e nel fango, i secondi ne fecero buon uso contro i giapponesi sul fronte del Pacifico, in particolare in Nuova Guinea, Bouganville e Borneo.

 

MATILDA II SCHEDA TECNICA

Dimensioni Lunghezza 5.61 m
Larghezza  2.59 m
Altezza       2.51 m
Peso Totale 30 tons
Equipaggio 4
Propulsione Due aec A183/184 a 6 cilindri diesel, 6750 cc, 87 cv a 2000 giri al minuto ciascuno. 
Velocità  23 Km/h  
Autonomia in strada (fuoristrada)  145 Km (90 Km)
Armamento Cannone rigato da 40 mm
Mitragliatrice Besa coassiale da 7,92 mm
Mitragliatrice Bren calibr. 303 antiaerea da 7,7 mm
Due tubi lanciafumogeni
Corazza Anteriore     78 mm
Laterale      50 mm
Retro          50 mm
Produzione Totale 2987

 


 

Carro armato Matilda Mk.II, “Gamecock”, 7° RTR, 1° brigata corazzata, British Expeditionary Force (BEF), Belgio occidentale, maggio 1940. Questa è una prima versione “lunga”, equipaggiata con la coda da trincea, i silenziatori e la mitragliatrice coassiale Vickers.


 

Matilda Mark II, Libia, 1941 (uno dei primi consegnati con la nuova mitragliatrice compatta Besa).


 

Matilda Frog (versione lanciafiamme), ANZAC 1° Tank Battalion battaglia di Huon (Nuova Guinea), ottobre 1943.


 

FOTO GALLERY

 


 

VIDEO


2 thoughts on “MATILDA II

  1. Molto interessante ed accurato, si vede che c’è stata una ricerca abbastanza profonda, complimenti.

  2. Complimenti, perché si vede che c’è stata una ricerca approfondita, mi è stato utile, grazie mille.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.