JOSIF STALIN

U.R.S.S. (1943)

 

LO STALIN 1

Il nuovo carro era conosciuto con la sigla “izdeliye 237” (“materiale numero 237”) e il nome di Iosif Stalin 85, ma in seguito la denominazione diventò solo losif Stalin 1. Appena iniziata la produzione, la notizia che di lì a poco i carri T-34 sarebbero stati equipaggiati con lo stesso cannone da 85 mm D-5T dello Stalin e il non completo successo dei test condotti con questa arma contro corazzati tedeschi catturati, portarono alla decisione di adottare per il carro pesante il nuovo cannone da 100 mm D-10, che però non sarebbe stato prodotto in numero sufficiente per diversi mesi. La disponibilità di grandi scorte di munizioni da 122 mm consigliò di tentare l’ installazione di un cannone di tale calibro, il D-25T appositamente realizzato. Le prove diedero esito positivo e dal gennaio 1944 iniziò la produzione degli “isd. 240” o lS-122, presto denominati Iosef Stalin 2. La consegna ai reparti avvenne in marzo e a seguito dei risultati positivi ottenuti al fronte, da maggio la fabbrica Tankograd cessò di costruire i T-34 per dedicarsi unicamente agli Stalin, realizzati al ritmo di 250 esemplari al mese dopo la costruzione di una nuova ala dello stabilimento.

 

LO STALIN 2

Lo Stalin 2 era un carro armato di configurazione classica: lo scafo ospitava anteriormente il posto di guida e posteriormente il motore e le parti meccaniche a esso collegate, al centro era posta la torretta di notevoli dimensioni. Venivano utilizzati vari accorgimenti per facilitare l’ avviamento e l’ utilizzo anche a temperature molto rigide: il treno di rotolamento era composto da sei rulli portanti, tre rulli reggicingolo, una corona motrice posteriore e una ruota di rinvio anteriore su ogni lato. Per incrementare l’ autonomia era possibile agganciare esternamente sino a quattro serbatoi da 75 litri e due da 200 litri, nella torretta trovavano posto a destra il servente e a sinistra il puntatore e il capocarro; quest’ ultimo disponeva di una cupola pesantemente corazzata che gli permetteva la visibilità sui 360°. Il lungo cannone da 122 mm, non era di facile utilizzo a causa delle dimensioni della culatta, della limitata elevazione e depressione e del pesante munizionamento, suddiviso in due parti. Durante la produzione furono introdotti alcuni miglioramenti, quali l’ allargamento della scudatura a protezione del cannone, la sostituzione del periscopio del puntatore una diversa forma della corazzatura frontale dello scafo e il montaggio di una mitragliatrice DShK da 12,7 mm sopra la torretta. La versione definitiva, che comprendeva tutte queste modifiche, fu denominata Model 1944. Anche se lo Stalin 2 rappresentò una realizzazione di successo, presentava alcuni difetti che ne limitavano l’ impiego sul campo: lo spazio interno a disposizione dell’ equipaggio era ridotto, le munizioni per il cannone consistevano in soli 28 colpi (rispetto ai 59 del precedente IS 1) e la cadenza di tiro risultava troppo bassa. Inoltre la velocità su terreno vario era bassa, inferiore a quella dei più recenti mezzi avversari.

 

LO STALIN 3

Agli inizi del 1945 iniziò la produzione della terza versione del carro: l’ armamento, gli organi meccanici e il treno di rotolamento non erano cambiati sostanzialmente rispetto a quelli dello Stalin 2, ma per un aspetto il mezzo si presentava innovativo: gli spessori e la profilatura della corazzatura (diversa in particolare nella prua), studiati per resistere ai massimi calibri tedeschi. L’ IS-3 fu soprannominato “luccio” dai sovietici, a causa della forma della prua dello scafo e “padella” dagli americani, per la torretta tonda e schiacciata. Il carro non fece in tempo a partecipare alla guerra e alla fine degli anni quaranta emersero alcuni problemi: manutenzione difficoltosa, rotture meccaniche, sistemi di mira efficienti solo alle corte distanze, rottura delle piastre corazzate e delle saldature, spazio interno limitato, oltre alla scarsa riserva di munizioni e alla bassa cadenza di tiro già emerse nel modello precedente. Dopo l’ adozione di modifiche, a partire dal 1960 molti Stalin 3 furono portati allo standard IS-3M, con l’ adozione di contenitori laterali, nuovi parafanghi, un motore più potente e affidabile, una trasmissione più robusta, una mitragliatrice DshKM al posto della DshK, una nuova radio di bordo, un rudimentale sistema di visione notturna per il pilota e irrobustimenti alla corazzatura, facendo salire il peso a 50 tonnellate. Un gran numero di nuove versioni (compresa una dotata di quattro cingoli e un’ altra ideata come un enorme cannone d’ assalto) vennero progettate ma mai costruite in serie. Unici derivati prodotti furono lo IS-4 (200 esemplari) del 1947 e i T-10 e T-10M rispettivamente del 1951 e del 1957 , rimasti in servizio fino ai primi anni ottanta e che hanno rappresentato gli ultimi carri pesanti utilizzati dall’ Armata Rossa. In totale furono prodotti 107 IS-1, 2250 IS-2 e 1800 IS-3 tra il 1943 e il 1950 e circa 8000 T-10 e T-10M tra il 1951 e il 1962.

 

L’ IMPIEGO

Gli Stalin iniziarono a essere utilizzati in combattimento nell’ aprile 1944, concentrati in reggimenti carri pesanti della Guardia (dotati ciascuno di 21 carri) che i sovietici impiegarono per le azioni di sfondamento e nei settori meglio difesi dai tedeschi. Questi ultimi si accorsero presto dell’ arrivo del nuovo mezzo e riuscirono a distruggerne o catturarne alcuni poi accuratamente studiati. Come accaduto in altre occasioni, fu lo scarso addestramento dei carristi sovietici a permettere ai tedeschi di ottenere temporanei successi, ma in seguito le quantità sempre maggiori di Stalin e il miglioramento dell’ esperienza degli equipaggi e delle tattiche di impiego portarono a risultati molto più positivi. A partire dall’ estate del 1944 i sovietici cercarono di rinforzare tutti i corpi d’ armata corazzati con almeno un reggimento di Stalin e in dicembre riuscirono a formare la prima brigata di carri pesanti della Guardia (con 65 carri Stalin): gli IS-2 vennero consegnati in alcuni esemplari anche alle forze polacche e cecoslovacche che combattevano insieme ai sovietici. Dopo poche settimane dalla conclusione del conflitto l’ IS-3 costituì una brutta sorpresa per gli inglesi e americani; la partecipazione dello Stalin 3 alla parata di Berlino del 7 settembre 1945 mise in allarme gli angloamericani, che dettero il via ad alcuni programmi di emergenza nel campo dei carri pesanti per fornire una risposta al poderoso mezzo sovietico.

 

I CARRI STALIN NEL DOPOGUERRA

Terminato il conflitto, l’ URSS tenne pronti a intervenire gli Stalin 3 durante la guerra di Corea e fornì alcuni StaIin 2 alla Cina, che se ne servì come deterrente nei confronti dei francesi operanti in Indocina, e in seguito a Cuba, Albania a Corea del Nord. A partire dal 1954 i carri ancora tenuti in riserva dai sovietici furono modernizzati con l’ adozione di contenitori e serbatoi laterali, un ventilatore al posto della mitragliatrice sul retro della torretta, parafanghi maggiorati, un nuovo motore e l’ aumento a 35 dei colpi da 122 mm trasportati, diventando IS-2M. L’ Unione Sovietica mantenne in servizio gli IS-3 e i suoi derivati nei reparti corazzati sino agIi anni settanta; in seguito un gran numero fu interrato nelle Isole Kurili e lungo il confine con la Cina per rinforzare le linee difensiva fortificate. OItre che nell’ Armata Rossa, gli IS-3 furono utilizzati dagli eserciti dalla Corea del Nord e dell’ Egitto: quest’ ultimo paese ricevette un centinaio di esemplari della versione migliorata, distribuiti a cinque battaglioni aggregati a divisioni di fanteria. L’ utilizzo su terreni desertici rese ancora più evidenti i problemi meccanici e i carri furono Impiegati più che altro per controllare i punti strategici da posizioni statiche. La guerra dei Sei Giorni del 1967 portò alla perdita di molti carri Stalin, alcuni dei quali catturati intatti dagli Israeliani, che ne interrarono alcuni lungo i confini con Egitto e Giordania. La trentina di lS-3M rimasta agIi egiziani venne riunita in un unico battaglione, rimasto in servizio sino agIi anni ottanta.

 

IS-2 SCHEDA TECNICA

Dimensioni Lunghezza 6.68 m
Larghezza  3.07 m
Altezza       2.73 m
Peso Totale 46 tons
Equipaggio 4
Propulsione V-2IS, Diesel, Raffreddato a liquido, 12 cilindri a V, 520 CV 
Velocità  37 Km/h  
Autonomia in strada   240 Km
Armamento Cannone rigato D-25T M43 da 122/43 mm
Mitragliatrice DT coassiale al cannone da 7,62 mm
Mitragliatrice sul retro torretta da 7,62 mm
Mitragliatrice sulla torretta DSHK da 12,7 mm
Corazza Anteriore     120 mm
Laterale      90 mm
Retro          60 mm
Produzione 3854

 


 

IS-1, 12° brigata pesante della guardia, di passaggio a Dukla, Slovacchia, settembre 1944.


 IS-2 modello 1944 di un’ unità sconosciuta, Karelia, 1944.


 

IS-3 del 71° Reggimento di carri armati pesanti, sfilata di Berlino, settembre 1945.


 

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