PANZER V

GERMANIA (1942)

 

DESCRIZIONE TECNICA

Il panzer V denominato Panther si presentava come un mezzo che compendiava gli insegnamenti acquisiti dai tecnici e dai militari tedeschi negli anni trenta e nelle prime fasi della guerra. Lo scafo era formato da grandi lamiere ad alta resistenza, saldate tra loro (tranne nei punti in cui era necessario rendere agevole lo smontaggio dei pezzi per i quali erano utilizzati grandi bulloni). Nella parte anteriore si trovavano gli organi di sterzatura e frenatura seguiti dalle postazioni per il pilota sulla sinistra e per il marconista-mitragliere, dotate di visori protetti. Al centro dello scafo era posta la torretta, spaziosa e dotata superiormente di un ventilatore per l’ evacuazione dei fumi di sparo e posteriormente a sinistra di una cupola per il capocarro, il quale aveva davanti a destra il servente e a sinistra il puntatore: tutta la parte posteriore dello scafo era occupata dal motore, dal suo sistema di raffreddamento e dai serbatoi di acqua, lubrificante e carburante. Il treno di rotolamento comprendeva su ogni lato otto grandi rulli doppi sfalsati tra loro per migliorare la suddivisione dei pesi sui larghi cingoli metallici; barre di torsione e ammortizzatori idraulici rendevano altamente efficiente il sistema che permetteva una marcia confortevole e veloce ma rendeva assai poco agevole la sostituzione in caso di necessità dei rulli interni. L’ armamento preciso e potente rendeva il Panther un carro micidiale; nella torretta si trovavano il cannone da 75 mm, lungo ben 70 calibri, una mitragliatrice MG 34 da 7,92 mm coassiale e dopo i primi esemplari, un’ arma identica sul tetto della torretta utilizzata per il tiro contraereo; una terza mitragliatrice era posta nella prua, sui lati della torretta si trovavano sei lanciafumogeni poi sostituiti da un lanciagranate interno. Ottiche di puntamento e iposcopi garantivano un’ ottima visibilità lasciando pochi settori non coperti, per l’ accesso e il caricamento dei proiettili era disponibile un portello sul retro della torretta. l controlli meccanici e i rabbocchi risultavano facilitati da numerose aperture poste sul cofano motore; la suddivisione dei compiti all’ interno del mezzo era ideale e l’ elevato addestramento degli equipaggi almeno sino all’ ultimo anno di guerra, unito alle qualità tecniche dei carro rendevano il Panther un avversario temibilissimo.

 

I MIGLIORAMENTI

Sin dall’inizio della produzione i Panther subirono numerose modifiche inizialmente per migliorare l’ affidabilità meccanica risultata molto scarsa e successivamente per incrementare le capacità di combattimento e nell’ultimo periodo per ridurre i costi e i tempi di produzione in fabbrica. I rulli portanti e molte componenti vennero irrobustiti per incrementare la protezione laterale e furono montate sullo scafo piastre distanziate denominate Schùrzen; in seguito alle prime esperienze di combattimento furono introdotte modifiche all’ aerazione, al sistema di raffreddamento e all’ impianto elettrico e fu adottata una cupola profilata per il capocarro. Dopo 850 esemplari dell’ Ausfuhrung (versione) D, nel settembre 1943 iniziò la produzione del Panther Ausf A, dotato di una torretta meglio protetta e da novembre dello stesso anno di una postazione emisferica per la mitragliatrice di scafo. Nel luglio 1944 venne consegnato l’ ultimo esemplare di A, mentre dal mese di marzo veniva prodotto l’ Ausf G, riconoscibile per la diversa forma delle piastre laterali dello scafo, l’ eliminazione del portello di visione del pilota e il rinforzo di alcune componenti interne ed esterne. Almeno 2950 esemplari di questa versione riuscirono a raggiungere i reparti prima che gli stabilimenti fossero occupati dal nemico: insieme ai carri nella versione base da combattimento venne costruita una versione comando, Panzerbefehlswagen Panther che lasciava praticamente invariati l’ aspetto esterno e le capacità combattive pur essendo dotato di attrezzature specializzate.

 

IMPIEGO BELLICO

Sin dalla consegna dei primi Panther furono evidenti alcuni gravi problemi come sempre accade utilizzando materiali complessi e interamente nuovi, ma in questo caso non ci fu tempo per risolvere tali difetti: lo stesso Hitler era intervenuto affinché i Panther costituissero una sorpresa nell’ operazione Zitadelle la grande controffensiva tedesca che avrebbe dovuto annientare il saliente tenuto dai sovietici attorno a Kursk e i pochi miglioramenti che vennero effettivamente apportati servirono a poco. Alla battaglia combattuta all’ inizio di Iuglio del 1943, parteciparono poco più di 200 Panther, che ottennero subito un grande successo ma subirono gravi perdite a causa dei guasti meccanici e dell’ utilizzo erroneo ordinato da alcuni comandanti poco esperti. Nonostante il fallimento dell’ offensiva i Panther si dimostrarono bene armati e protetti e distrussero in poche settimane centinaia di mezzi corazzati sovietici; la disponibilità di sufficienti quantità del carro permise ai tedeschi di ristabilire la superiorità qualitativa nei confronti degli avversari. Dopo una fugace apparizione in Italia nell’ autunno 1943, durante l’ occupazione seguita all’ armistizio i Panther tornarono nella penisola nel febbraio dell’ anno seguente, questa volta per affrontare i corazzati anglo-americani sbarcati ad Anzio e Nettuno. Gli Alleati conoscevano il Panther attraverso i rapporti pervenuti dai sovietici e presto sperimentarono a proprie spese la sua validità confermata anche dalle operazioni in Europa occidentale seguite allo sbarco in Normandia del giugno 1944.

 

LE VERSIONI ALLO STUDIO

La fine della guerra colse le industrie tedesche nel momento in cui stavano sperimentando o studiando nuove versioni del Panther. Nel 1943 aveva avuto inizio la progettazione del Panther II, caratterizzato da una corazzatura più spessa e da un potenziamento di organi meccanici e treno di rotolamento, in attesa di disporre di questa versione nel febbraio 1944 si dette il via a un modello intermedio il Panther Ausf F, sul quale doveva essere installata la nuova torretta di dimensioni ridotte (Schmalturm), dotata di un telemetro interno e di un periscopio stabilizzato. Alcuni Panther equipaggiati con un sistema di guida notturno infrarosso fecero in tempo a partecipare ai combattimenti in Germania, mentre si stavano progettando un sistema di caricamento automatico per il cannone e un motore da 900 CV. Tutte queste versioni servirono come base per la costruzione nel dopoguerra di alcuni carri anglo-americani e sovietici; quando la Germania poté formare un nuovo esercito all’ interno della NATO sviluppò il Leopard 1, direttamente derivato dalle ultime realizzazioni tedesche del secondo conflitto mondiale.

 

PANZER V SCHEDA TECNICA

Dimensioni Lunghezza  8.66 m
Larghezza   3.42 m
Altezza        2.99 m
Peso Totale 45 tons
Equipaggio 5
Propulsione Maybach HL230P30 a 12 cilindri alimentato a benzina, 700 hp (522 kW) a 3.000 giri al minuto.
Velocità  48 Km/h 
Autonomia in strada  250 Km 
Armamento 1 cannone KwK 42 da 75 mm
Mitragliatrice MG34 coassiale al cannone 7,92 mm
Mitragliatrice nello scafo da 7,92 mm
Corazza Anteriore   80 mm
Laterale     60 mm
Retro         40 mm
Produzione Totale 2953

 


 

Panzer V Panther Ausf.D, veicolo del reggimento di Panzer Abteilung 51, una delle primissime unità equipaggiate con Panthers, agosto 1943 all’  indomani della battaglia di Kursk.


 

Panzerbefehlswagen Ausf.A, fronte orientale, aprile 1944


 

Ausf.G, 1a SS Panzerdivision, Ardenne, dicembre 1944.


 

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